venerdì 21 novembre 2014

MA QUANTO MI COSTI?



         I costi della politica, diretti e indiretti, ammontano a circa 23,2 miliardi di euro, tra funzionamento di organi istituzionali, società pubbliche, consulenze e costi derivanti dalla “sovrabbondanza” del sistema istituzionale. Nel dettaglio, per il funzionamento degli Organi Istituzionali (Stato Centrale e Autonomie Territoriali), nel 2013 si sono spesi oltre 6,1 miliardi di euro; per le consulenze 2,2 miliardi di euro e per il funzionamento degli organi delle società partecipate, 2,6 miliardi di euro; per altre spese (auto blu, personale “di fiducia” politico, Direzione ASL, ecc.) 5,2 miliardi di euro; per il sovrabbondante sistema istituzionale 7,1 miliardi di euro. 
Una somma pari a 757 euro medi annui per contribuente, che pesa l’1,5% sul PIL. 
Sono oltre 1,1 milione le persone che vivono direttamente, o indirettamente, di politica, il 5% del totale degli occupati nel nostro Paese. Un esercito al cui vertice ci sono oltre 144 mila tra Parlamentari, Ministri, Amministratori Locali di cui 1.041 Parlamentari nazionali ed europei, Ministri e Sottosegretari; 1.270 Presidenti, Assessori e Consiglieri regionali; 3.446 Presidenti, Assessori e Consiglieri provinciali; 138.834 Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali.  A questi si aggiungono gli oltre 24 mila consiglieri di amministrazione delle società pubbliche; oltre 45 mila persone negli organi di controllo; 39 mila persone di supporto degli uffici politici (gabinetti degli organi esecutivi nazionali e locali, segreterie di Ministri, Sindaci, Presidenti di Regio-ni e Province, Assessorati ecc.). Inoltre, sono 324 mila le persone di apparato politico (“portaborse”, collaboratori dei gruppi parlamentari e consiliari, segreterie di partiti, collegi elettorali ecc.) e 545 mila coloro che hanno contratti di consulenze e incarichi.
(Rapporto UIL 2013, “I costi della politica”) 

Come si vede, l’attuale “sistema” politico è una specie di piovra mangiasoldi che crea legami, interessi e connivenze a moltissimi livelli. Un diverso sistema, basato sulla scelta tramite sorteggio di parlamentari e responsabili di ogni genere della macchina pubblica consentirebbe di sfoltire notevolmente questo lucroso “bosco” di intrecci legittimi e non.
Già la semplice eliminazione dell’apparato elettorale, dai suoi uffici centrali alle singole sezioni (che verrebbero sostituiti da un unico Ufficio Sorteggi centralizzato, non dissimile da quello che gestisce settimanalmente le estrazioni di Lotto, Superenalotto e Lotterie varie), rappresenterebbe con tutta evidenza un notevole risparmio.

QUANTO COSTANO LE ELEZIONI? 
Il calcolo è presto fatto. In Italia le sezioni elettorali sono 61.597; tra queste ci sono anche 595 sezioni ospedaliere - istituite nei nosocomi e nelle case di cura con almeno 200 po-sti letto - e 1.620 seggi speciali, allestiti presso gli ospedali e le cliniche più piccole (da 100 a 199 posti) o nelle carceri, più 3.290 seggi "volanti", attrezzati per la raccolta dei voti nelle case di cura con meno di 100 letti. 
Il costo complessivo di ogni sezione si aggira intorno ai 6.135 euro, e comprende il vario materiale elettorale - schede, matite, urne, registri e cancelleria varia - il compenso di presidente e scrutatori (che aumenta nel caso del doppio spoglio, come avvenuto in Lombardia, Lazio e Molise dove alle Politiche si è aggiunto il voto Regionale). La cifra comprende anche lo stipendio fornito alle forze dell'ordine impiegate per la sicurezza delle elezioni: 21.154 poliziotti, 21.154 carabinieri, 11.526 finanzieri, 3.268 forestali, 300 poliziotti penitenziari, 3.638 vigili urbani, 585 poliziotti provinciali. Per lo spoglio, il presidente di seggio percepisce 187 euro, una cifra che sale a 224 euro se si vota anche per le Regionali. Lo scrutatore e il segretario invece guadagnano normalmente 145 euro, che diventano 170 nel caso di doppio voto. 
La cifra totale, quindi, elargita dallo Stato per le ultime elezioni, quelle del 2013, è di 389 milioni. Una cifra che copre anche altre spese, quali: l’organizzazione tecnica, come il montaggio e lo smontaggio delle cabine, la movimentazione dei tabelloni per la propaganda elettorale, la raccolta e trasmissione dei dati, ma anche le spese per le agevolazioni di viaggio agli elettori (sconto sul treno, pedaggio autostradale gratuito... per un totale di 9,8 milioni) e quelle relative all'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero. Spese che sono ripartite tra i ministeri interessati, anche se è al Ministero dell'Interno che spetta la spesa più pesante: 315 milioni, distribuiti tra quattro voci di spesa (73 milioni per il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, 5 milioni per il Dipartimento della Politiche Personali e 237 milioni per il Dipartimento Affari Interni e Territoriali).                                            
(Yahoo! Finanza)


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